venerdì 14 marzo 2014

I see only a miserable man.

Capital City - 2512
La prima notte passata dopo un crollo è la più difficile.
L'adrenalina scorre nelle vene, sovraddosata per il terrore.
L'adrenalina è una risposta automatica e del tutto normale per il corpo umano.
Il cervello cerca di aiutarti in tutti i modi. 
Hai paura? 
Ecco una buona dose di adrenalina, poi sta a te. 
Sai cosa farne, giusto?
Scappa o combatti.

Io non so fare nessuna delle due cose. Resto fermo, completamente inerme, la paura mi paralizza. I brutti pensieri mi assalgono e mi tolgono ogni sorta di felicità, di luce. E questo è estenuante.
Perdi il contatto con la realtà.
Ogni risposta che riesci a pensare è: "Non lo so."
Diventi uno spettatore della vita, ti estranei da te stesso e ti lasci trasportare da un posto all'altro dalla corrente fino a quanto un attacco di panico non ti costringe a chiuderti in casa, senza fiato e sudaticcio, con il battito del cuore che pulsa nelle orecchie. La vista annebbiata, la sensazione di panico.
Questa sensazione... non sembra passare mai. Non sai quanto tempo passa, non sai quando finirà, non sai se starai meglio, non sai se ritornerai mai quello di prima. 
Non sai niente.
Non ti riconosci. Ti guardi allo specchio e non riconosci chi ricambia il tuo sguardo. Non ti capaciti del motivo e continui a chiederti come tu potessi essere così tanto diverso da quello che sei ora. Infondo, incosciamente, sai di non poter più cambiare per ritornare ad essere quella persona che ora non riconosci più. Puoi solo detestarlo e non puoi fare a meno di crederlo solo uno sciocco che viveva tutta la sua corta e miserabile eistenza con dei paraocchi.
Mentre tu hai guardato negli occhi la vita, hai spalancato la porta, e ti sei ritrovato davanti ciò che è realmente vivere.
E non ha niente a che vedere con l'immagine che i docenti, i parenti ed i genitori ti hanno messo davanti agli occhi.
Non è facile vivere.
Non è un gioco.
Non hai ottenuto niente, e quello che ti ritrovi davanti è solo merda.

Resto immobile, rannicchiato in un angolino della stanza che mi hanno dato. Osservo l'oscurità come un bambino, sapendo che nell'angolo di fronte sostano in attesa i demoni. Lo fisso con insistenza senza neanche voler sbattere le palpebre, perchè so che se non li vedrò, arriveranno a prendermi una volta per tutte.
Non posso stendermi a dormire, come potrei?
La mia mente non la smette di lavorare di cercare una risposta logica a tutti questi dubbi alle domande che mi pongo.
Come può una persona che ha passato l'inferno ritornare al mondo reale come se niente fosse?

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