lunedì 5 maggio 2014

A life without purpose is useless.

Capital City - 2513

Nella City ogni professione ha la sua cerchia di intellettuali. Persone scelte fra le menti più fini, salotti dove le discussioni si evolvono e possono portare a risvolti pratici ed influenzare la vita dell'intera popolazione dei mondi centrali. In molti a Capital City reputano sia più importante, fra i vari salotti, quello Politico, dove la stessa Shepard ha preso parte prima di ricoprire la carica di Presidente. Ma chi vi partecipa sa che la vera cerchia in grado di muovere gran parte dell'economia dei Core Worlds è quella dei Medici. Che siano Chimici, Chirurghi, Farmacisti o Teorici, riunendosi nei loro salotti sono in grado di portare le discussioni mediche ad alti livelli, possono prendere decisioni che possono smuovere l'economia per la scelta dei medicinali da produrre o meno, i prezzi da imporre sul mercato, o le ricerche da divulgare per migliorare le condizioni di vita dei popoli dei mondi esterni. I Medici sono in grado di muovere e rigirare il 'Verse con molta facilità. Nel 2512, sulle bocche dei vari partecipanti del Salotto Medico, cominciò a prendere posto il nome di Abe Stone, Medico Rimmer nonchè debellatore di un epidemia di fuoco di Saint Miguel a Richleaf ed anche se gli venne concessa una Laurea ad Onorem dall'Università della capitale, per molti medici dei mondi centrali, veniva considerato ancora "un semplice Rimmer".

La visita alle varie strutture mediche della capitale, fu uno dei privilegi concessi dalla stessa Università, per permettere al Promettente rimmer di osservare i vari laboratori, le strutture costosissime ed i vari reparti. Una sorta di "dito nella piaga" per insinuare come i Corer possiedano i mezzi per fare qualsiasi cosa, a differenza dei Rimmer.
Fu nella struttura Psichiatrica di Capital City che il Medico si fermò per più tempo e dove, grazie alla collaborazione della Dottoressa Blackwood, si aggiornò sui vari pazienti in cura, per apprendere il trattamento imposto dalla struttura medica, le evoluzioni delle varie sperimentazioni e le analisi dei relativi medici.

- George Russell, ventitrè anni, uomo, caucasico, originario di Capital City. Internato per un esaurimento nervoso sfociato in patologie quali: Stress post-traumatico, Sindrome del sopravvissuto ed Acluofobia. Residente presso la struttura da un anno ormai. Qualche progresso?

Chiese con fare professionale verso la bionda seduta sulla poltrona a lui davanti. Accavallando le gambe e risistemandosi la cartelletta, osservò la foto del paziente.

- Il paziente si è mostrato per la maggior parte del tempo collaborativo durante la terapia. 

- Per la maggior parte? Se ha rifiutato la terapia sarebbe una reazione comune e comprensibile.

- Ci sono stati alcuni episodi in cui il paziente ha preferito mettersi sul mio stesso livello, come medico, per discutere del suo stesso caso clinico o rivoltare le domande in modo da ottenere risposte ed informazioni, quasi volesse analizzarmi.

- Come se stesse stilando una sorta di anamnesi?

- Precisamente.

Il medico riportò lo sguardo sulla cartelletta osservando con attenzione i vari rapporti scritti dalla donna.

- Che impressione si è fatta del soggetto?

- Russell è... un paziente singolare in effetti. Durante le sessioni è stato difficile riuscire a determinare correttamente il suo profilo psicologico. A volte vorrebbe essere il medico in grado di guarire chiunque, in grado di combattere ogni malattia, accettando la vittoria come solo risultato...

- Come tutti noi medici del resto...

- A volte cade in depressione, non riesce a determinare uno scopo sensato, ideale o coerente che possa permettergli di vivere.
Lo sguardo chiaro della dottoressa si fissò sull'espressione pensosa dell'uomo, osservandolo con attenzione quasi stesse analizzando un nuovo paziente.

- Uno scopo...

- Russell, ritiene che vivere una vita senza realizzare qualcosa di concreto, senza creare un beneficio o rendere migliori le situazioni di vita di altri non abbia senso. Vivere soltanto per vivere la giornata, equivale ad essere un essere comune, una nullità a detta sua. 

- Un po' superbo da parte sua.

- Forse. Ma non è forse quello che tutti noi aspiriamo durante la nostra adolesceza?

Il dottor Stone rialzò lo sguardo sul volto della bionda, inarcando un sopracciglio nel sentire la sua risposta, curioso per il tono utilizzato dalla stessa.

- Noto che il caso le interessa particolarmente.

- ... Russell è un paziente singolare ma non ritengo che sia da affiancare agli altri pazienti. Non è...

- Al loro livello? Eppure ha reazioni parecchio estreme.

- Alcuni lo considerebbero passionale per questo.

- Alcuni o lei dottoressa?

- Ritengo che il paziente sia insoddisfatto dalla sua vita, che abbia accettato di arruolarsi per ricercare uno scopo da perseguire nella sua vita, e notando come la guerra crei più danni che condizioni favorevoli alla vita, si sia sentito tradito dal mondo stesso in cui ha vissuto, scoprendo come la realtà presentatagli sia una mera bugia. Russell aspira a qualcosa di grande, ama il suo lavoro, crede profondamente nel giuramento che ha prestato, di salvare ogni vita possibile, ad ogni costo, indipendentemente delle sue stesse condizioni di salute. A mio avviso dovremme essere dimesso, rientrare nel mondo reale e ricercare in questo, la sua strada.

Il silenzio prese posto alle parole della dottoressa Blackwood. Il dottor Stone continuò a sfogliare la cartelletta del paziente prendendosi tutto il tempo esistente, come se si ritrovasse in un laboratorio, davanti al microscopio adanalizzare l'evoluzione e la diffusione di un agente patogeno.

- Comprendo il suo punto di vista dottoressa e mi piacerebbe assistere alla presentazione della sua richiesta di rilascio alla commissione medica. Penso che il paziente sia interessante, anche se per condividere la sua valutazione dovrei comunque avere modo di esaminare il soggetto in prima persona.

- Quando è disponibile ad incontrarlo?

Il rimmer alzò nuovamente il capo, la fronte corrugata per la sorpresa ed il sospetto.

- Anche subito Dottoressa Blackwood.

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